28 febbraio 2011

Nessun interferenza.















































Sarebbero così tante le parole che è meglio lasciare un semplicissimo spazio bianco.
Un immenso spazio bianco, con l'intonazione giusta, le pause adatte..e il suono migliore..

E questa è per te..per voi..che non siete più e non siete mai stati.


Oggi apprezzo di più i difetti delle persone.
Chi ti ama e prima di invitarti a sedere alla sua tavola sa gettarti la sua rabbia in faccia.

Le persone vere, che non sanno nascondere i loro sentimenti e le loro conseguenze,
i loro stati d'animo e la loro fiducia.
Chi non sa nasconderti la verità in faccia, chi alza il tono della voce perché è infuocato dalla fiamma della passione.
Chi crede, chi si dà sul serio e non ti nega la sua mano anche quando le cose hanno preso una piega diversa da quella che ci si aspettava.
Oggi so riconoscere l'ipocrisia, l'educazione che non è rispetto.
La falsità mascherata da gesti perbene, le persone che accusano di quello che loro stessi per primi fanno e che possono vederlo solo attraverso l'altro.

"Chi ti dice ti ama e nella schiena è una iena".

Chi fa le cose solo perché è costretto a farle e non per raggiungerti a metà strada, chi persegue una morale distorta convincendosi che con l'apparenza compenserà al sudiciume che mette in atto.

Chi tace mangiandosi la lingua con l'avidità del suo silenzio.
Chi non sa sbagliare e perdonare gli errori altrui perché non può comprenderli, perché non tollera.
Chi non sa amare e non può apprezzare i gesti impulsivi di colui che invece ama.
Da questi, d'ora in avanti, mi guarderò le spalle.
Da domani guarderò gli sbagli di chi mi sta vicino e per questo lo terrò ancora più vicino, perché è uomo! Perché l'amore è istinto, impulso, e..lontano chi sa controllarlo!

VECCHIO ORMAI MORTO E MARCIO

Follia dove mi stai portando…?

Chiudo la porta pensando di aver dimenticato qualcosa….
L'ombrello.. cazzo.. piove e ci sto sempre sotto..

Insultare in faccia la Cancellieri per la sua pettinatura leccata un prezzo si, lo ha..doverle spiegare le mie priorità.
Alzarmi dal letto e dover pensare al mio fottuto bene prima del mio capello fuori-posto per un servizio televisivo immaginario, cazzo si!
Svegliarmi e pensare a salvare il mio fottuto culo prima del maglione infiltrito da indossare…e quì non ci capisco più niente, la stanza è vuota, la casa sotto/sopra, il senso rovesciato.
Io che prima me ne fotto, poi mi arrabbio, poi ci penso, mi riarrabbio, non piango, neanche una lacrima e poi di nuovo ci ripenso, sembra senza senso.
Tutto questo non ha un senso.
Ricordo cose che non c'entrano, mi assalgono alla mente e non hanno senso, vedo e assaporo respirando a singhiozzo quello che sta realtà mi sta dicendo..
Africa mi sta vicina e a volte ho paura di mischiarle questa matta voglia di resistere ad ogni cosa che mi rende tanto cinica, sfrontata, aperta e cattiva poi affettuosa poi morbosa e romantica.
E
sapere che qualsiasi cosa circonda la tua vita, oggi c'è, e domani quasi sicuramente sarà più lontano e distante di quanto potessi anche solo minimamente immaginare…
Pensare al valore dell'uomo ke oggi dice di amarti guardandoti negli occhi, perché domani sentirai cadere la terra sulla quale riuscivi a stare in equilibrio..Cadere, farsi male, sbatterci il muso e colorarti la pelle di un rosso acceso e non c'è candeggina o sbiancante ke possa servire perché la speranza ritorna sempre come un maledettissimo fungo velenoso e bukowski nel suo aveva ragione a dirlo..
Ripetizione.
Ripetizione.
Ripetere sempre, ogni giorno, la stessa operazione chirurgica, ricucire il buco da cui schizza tutta la voglia.. da quel maledetto cuore sincopatico per quanto fumi, bevi e ridi pensando che in realtà tutto ha un prezzo, compreso quella tua ultima innocente risata così come quel tuo ultimo innocente sospiro di sollievo.



Odio/Amo
Odio. Odio. Odio.
Odio e Amo.
Profondamente.
Capovolgere il mio perduto senso
come ho fatto con questa casa..

Devo ricapovolgere tutto senza sentire il peso del battito accellerato.

Buonanotte Africa.

LOVE DESTROY

A volte penso troppo. Quando il mio corpo vaga solo al quinto piano e le stanze mi sembrano talmente vuote da poterci pattinare ad alta velocità, la parte più odiosa della mia psiche lavora freneticamente partorendo mostri alati e la solitudine mi copre col suo pietoso manto degno di decadenti poesie fine ottocento. Tutto assassino in momenti simili. Non posso mangiare quando certe dimensioni s’impadroniscono della mia debole mente invadendo protezioni sottili come carta velina. Il solo rumore di un cracker masticato con cautela può innervosirmi, e se proprio la fame piange devo alzare notevolmente il volume del Sony e sedermi vicino alle casse per poter deglutire senza terrore commestibilità vitali. Frantumare vetrate con la testa. Procurarmi lesioni semi-letali. Urlare al megafono Voglio delle Dr. Martens senza para. Sventolare una bandiera svizzera dalla lunga asta appuntita e lanciarla con forza trafiggendo qualche ignaro passante. Se pensi troppo finisci per sentirti il più bastardo dei bastardi, e nessun carnevale può divertirti e se solo depresso, concludi così, sei solo depresso e adesso aspri la porta, aspetti per qualche secondo l’ascensore e scaraventi le tue gambe per strada, che qualcosa di geniale succederà. E allora la porta la apro e quasi dimentico il cappotto dalla frenesia di sentire strada stronza sotto le mie scarpe. Cammino aspettando che qualcosa di geniale mi riporti in vita e lo faccio con destrezza, calibrando ogni passo, dilatandolo al massimo, e guardo tutto quello che ho attorno con nuovo interesse, mi soffermo sulle insegne, raccolgo giornali abbandonati, saluto persone mai viste, entro in qualsiasi posto aperto ordinando birra che a volte bevo a volte regalo al vicino di braccio. E’ come non esserci, cattiva proiezione di cui non ricordi la data, e devo toccarmi continuamente per accertarmi che ci sono, che è tutto presente quello che vedo. Stato confusionale, forse. Difficile decifrare stati d’animo del genere se non se ne ha voglia. Tutta colpa della voglia e delle sue molteplici forme. Voglia di sesso, di gelato al limone, di morire, di studiare latino, di telefonare, di ascoltare bollettini nautici, di lavarsi i denti, di vomitare, di baciare e ancora, ancora, ho ancora voglia. Guardo finestre accese e ne immagino l’atmosfera all’interno, al di là del vetro, cerco di capire che cazzo mai sta succedendo lì dentro, se chi ci abita è talmente felice da divertirsi incredibilmente guardando un qualsiasi idiota telefilm americano, o è così triste e incazzato da non rendersi conto che sua moglie stesa davanti a lui è di un bello inverosimile. Intanto cammino captando umori e conversazioni che mi flashano a millimetri e continuo a pensare che veramente se solo volessi qualcosa di geniale potrebbe travolgermi con violenza in qualsiasi istante.(Isabella Santacroce)
Non si tratta di perdono.
Non si tratta di vendetta.
Non si tratta di comunicazione, di parole vuote che poi volano via, che poi finiscono chissà dove, dimenticate.
Si tratta di dimenticare.
Di non credere.
Di non vivere, forse, realmente...
Di non ascoltare, non sentire, non voler vedere e aprire la porta.
Si tratta di aprire una fessura e richiuderla dopo che il vento ha smesso di soffiare, dopo che il profumo ha smesso di essere il solito.
Si tratta, essenzialmente, di non aver voglia di essere quel cambiamento simultaneo che potrebbe fare la differenza. Mentre invece, tutto scivola andandosi a frantumare come un passaggio obbligatorio.
Non per me, almeno.
Mai stato così fino ad ora.
Non per me.

Omologata al cento fottuto per cento a questo sistema assuefattivo. Conforme alle regole-quasi-ai colori, ai gesti e alle parole.
Disgregata nell'integrità personale.
Metto parole insieme, cose senza un significato-spesso, termini inesistenti, vocaboli inventati, senza un filo di coesione grammaticale.
Senza speranza, senza certezza, non saprei come dire..spontaneo come il respiro..il non pensarci neanche, che possa esserci qualcuno che possa intederlo così nel suo percorso logico incomprensibile.
Uno stato d'animo multiplo che possa seguire le innumerevoli percezioni emotive delle parole che seguono.
Non so scrivere e non mi interessa farlo.
Ho imparato che i blog possono essere visti da sto nuovoMondo..turbata, sconvolta e sempre più assuefatta..vorrei metterci i vocaboli più sporchi che ho.
Le azioni più deplorevoli che ho commesso e tutte le loro implicazioni morali. Senza alcun insegnamento.
Senza comprensione.
Ogni giorno- ma che dico- ogni istante nuova.
Cade il cielo e dopo rimuovere..quella falsa illusione di svilupparsi..evolversi..andare avanti.
Nessun passo,la realtà statica che mi riporta sempre all'uno, alla genesi di un nuovo colpo..di una nuova vita..vedo volti sconosciuti ke raramente apprezzo,sghignazzare in mondo autentico; e fingo il ruolo imposto; Gioco la parte assegnata fingendomi coerente nello spazio del tempo. Roba di pochi secondi che per me separano mondi interi di gusti e percezioni. Amare...cosa? Chi ha dato questo nome alla molla della fine..le etichette non mi piacciono; non so distinguere il bene dal male, non ne vedo un limite nè un margine che possa dividerli. Apparentemente vedo solo la superficie e anche questa è un orizzonte inesistente, sarebbe bello..si, ma siamo uomini mica Uomini.
E allora chiudo gli occhi, a volte, e lì è vero, lì è reale, e da uomo divento Uomo, posso far tutto, persino congiungermi senza sapere nulla di te.
Un vuoto che riesco a intravedere..strano ma visibile, che non è, ma che può essere nello stesso tempo.
Anzi, che è e non è insieme.
Coloro e ri-coloro per come mi piace..per come ti piace..per come vorrei che fosse, che sarà e per come è stato. Al presente non ci credo!

27 febbraio 2011

Piero Ciampi - Tu con la testa, io con il cuore




Tu, tu mi hai amato con la testa.
Io, io ti ho amato con il cuore.
Forse il tuo amore è più giusto
forse il mio è più forte.
Io ho paura della tua memoria
perché fai troppi conti col passato
e castighi i miei errori
ignorando i tuoi e poi
tu hai sposato il tuo orgoglio
con la vanità.
La nostra è una battaglia molto dura perché noi
non ci concediamo mai un perdono,
io col sentimento ti spavento
tu con la logica mi sgomenti.
Se dici che siamo soli su questa terra
cerchiamo di evitare un addio:
andiamo avanti con questo amore
andiamo avanti
tu con la testa, io con il cuore.

Questo nostro amore è una cosa...
una delle tante della vita.
Noi stiamo rovinando tutto con le parole
queste maledette parole...

26 febbraio 2011

ragazzine che dovrebbero sciacquarsi la bocca con il latte. Bambine che si sentono prime donne e che parlano di cose a cui io sono arrivata a conoscenza a stento oggi che ho ben 28 anni. E menomale perchè se no chissà in quale cesso stavo adesso!

..il bello è che solo conoscendole le persone puoi capirle davvero per quello che sono...

la reputazione è solo l'illusione di conoscere qualcuno..
e non ha mai del reale ma è sempre e solo una proiezione delle nostre percezioni verso qualcosa o qualcuno. Tutto il mondo è un paese! Dalla Cina all'India.
fuckOFF io penso alla mia vita e tu? perchè lo fai anche tu?

un giorno sei all'inferno quello dopo in paradiso

24 febbraio 2011

Ma quell'estate era stata formidabile.Eravamo al massimo della forma

Massimo Volume - Stagioni

Mirko Miro






Ricordo ancora notti piene di speranza
stavo rinchiuso dentro la mia stanza domandando a un dio di darmi forza
alza la testa dicono di non battere la fiacca
la terra accetta si i tuoi piedi e non piu' la tua faccia e tu...
luna buia lascia che il sereno non muoia
fa tornare il sole almeno a darci un po' di gioia
ingoia tutti i nostri scazzi amari
infondo siamo polvere se non ci si rialza domani...tutti uguali
cerca nella notte la stella che brilla piu' forte
se io non saro' piu' in carne lei sara' la prova che il mio cuore batte
perchè il desti no sara' scritto ma noi la vita la si giostra
e ci sara' qualcuno che aspetta risposta
sta vita costa , e troppe volte nulla è semplice
tutto passa quando sembra fermo un po' come le nuvole e tu
aspetti giorno dopo giorno e conti ogni battito
accendersi è difficile
è spegnersi che è un attimo.

Massimo Volume..

"Eravamo la cornice di un romanzo medievale
Noi
gli eletti
riuniti in una casa che cadeva a pezzi
immersi nel silenzio dei pomeriggi d'agosto
...e fuori
fuori la peste"

Charlotte Gainsbourg - Heaven Can Wait (Nosaj Thing Remix) [HD]






Ricordo parole a cui aggrapparsi..
Fede.
Certezze che davo per scontate.
Ricordo quel che non ricordo più.
So.Consapevole, oggi, che niente di quel che avevo lo volevo davvero.
A volte ci si aggrappa alle nostre paure.
Paura di sentirsi soli.
Quando invece poi scopri che senza è meglio.
La mia debolezza di non riuscire a capire che non era quel che desideravo in fondo.
Accontentarsi. Spesso troppi lo fanno e troppe volte succede.
Ci accontentiamo. Poi le cose cambiano e decidiamo di restare aggrappati a un passato che non ci appartiene più senza voler vedere un presente più bello.
Tutto quel che so, che il ricordo mi ha insegnato, è che voglio di più.
Voglio di meglio.
Nient'altro che qualcosa che sia più reale e vera.
Giusta per me.
Mai guardarsi indietro.
Mai piangere su ciò che andato.
Siamo polvere se non ci si rialza domani.

23 febbraio 2011

OGNI COSA COL TEMPO INVECCHIA


Mi fà rabbia.
A me l' amore fa questo effetto.
Ho sempre una qualche briciola di spiegazione da dare a me stessa per sentirmi infuocata. Non so cosa pretendo. Non so cosa mi aspetto.
So solo che la mia maniera di amare è assolutamente naturale.
Nessun artificio.
O amo totalmente, o non amo.
Mai avute mezze misure, comrpomessi o banalità di cui accontentarmi.
Non come amante.
Si tratta di necessità.
Non potrei mentire a me stessa.
E' così che qunando amo, mi strazio dentro.
Mi torturo l'anima il cuore e la mente.
Ogni istante, ogni frammento di spazio e di tempo, io sono due persone.
Me e colui che amo.
Non mi lascia mai.
Nemmeno quando dormo.
Un assillo, un assillo piacevole, che mi rende felice il quaranta per cento delle mie giornate. L'altro sessanta è solo insofferenza.
Pressione.
Tormento.
Desiderare sempre.
Desiderare qualcosa di più. di piu.
Ancora, di più.
Il mio è un non pensare razionalmente. L'amore per me è mancanza di lucidità. Divento istabile, irruenta, violenta, ossessiva e compùlsiva.
Non c'è un attimo di pace, sento sempre mancarmi qualcosa, anche solo un pezzetto di lui.
Vorrei mangiarlo, questo amore.
Prenderne un pezzo e masticarlo fino a mantenerlo costante dentro di me.
Diventa follia.
Ma no.
E' solo il vero modo di amare.
Un modo di amare che nessuno ha.
L'amore che arriva a un punto di forza talmente elevato da diventare fame insaziante.
Necessaria e continua morbosa fame da cui non riesco a nutrirmi.
E a volte ci spero che io possa cambiare. Ma poi mi accorgo di questo.
Che l'amore mi rende una belva affamata e non c'è esperienza o libro o laurea o lutto, niente, che possa avermi fatto crescere al punto da diventare saggia e matura. Al punto da aver acquisito quel distacco necessario affiche i rapporti siano durevoli e pacifici. No, io non ho mai acquisito questa coscienza.
Mai e mai per quanto cinica il tempo possa farmi diventare, saprò restare immune all'amore folle che invade le mie cellule celebrali. Tutte. Ogni singola cellula. Ogni membra. Ogni strato di sottilissima carne diventa corpo per una fame maniacale. Ecco il mio limite.
Un eccesso talmente grande da costituire il limite del mio saper e voler bene a qualcuno.
Impossibilitata alla felicità.
Questo credo di essere.
Gioisco ormai nelle ore scarne di vita vuota, quando per consolazione mi arrendo muta alle circostanze emozionali del mio essere dannato.
Lì posso ancora ridere e sembrar normale.
Sembrar capace di godere i frutti del mondo terreno.
Ma si tratta solo di brutale apparenza. Nella costanza, dentro di me, naviga un veleno pericolosissimo, che quando si innesca e comincia a fluire non da scampo a nessuno. Specialmente a me. Quel che voglio è penetrare nel profondo abissale delle sue inquietudini, dei suoi pensieri più intimi.
Dei suoi segreti, delle sue voglie, dei suoi occhi.
Voglio vedere da dentro di lui.
Dal suo modo di percepire le cose che stanno lì fuori.
Dal suo essere sangue e ossa, carne e forza di volontà.
Io voglio entrargli dentro.
Dentro fino dove a lui non è concesso arrivare.

Questo è l'amore per me, un ostacolo da abbattere. Un senso di sottomissione, che per ironia del caso, mi fa star bene quando resto sola. Quando non ho più cosa amare. Quando ho perso l'amore e colui che avevo scelto e che mi aveva scelto.

22 febbraio 2011

non dormo più abbracciato ai tuoi fantasmi

Avevi ragione
Quello che temevi
si è avverato
Non ti ho lasciato niente
nemmeno un pugno di risate
Ma il tempo santifica
tutto quello che abbiamo perso
Lo sapevi, amore?
Così da quando te ne sei andata
ho cominciato a costruire
un altare
Anche per la noia
anche per la rabbia
Per rendere i nostri giorni perfetti
Avevi ragione
Quello che temevi
si è avverato
Non mi hai lasciato niente
nemmeno la voglia di cercarti
Ma il tempo raccoglie
tutto quello che abbiamo perso
Lo sapevi, amore?
Così da quando te ne sei andata
ho cominciato a costruire
un altare
Anche per la noia
anche per la rabbia
Non dormo più abbracciato ai tuoi fantasmi
Perchè io, sai, ho bisogno di nutrirmi
Avevi ragione
Quello che temevi
si è avverato
Non ti ho lasciato niente
nemmeno un pugno di risate
Ma il tempo santifica
tutto quello che abbiamo perso
Lo sapevi, amore?
Lo sapevi, amore?
(MASSIMOvOLUME)

Pecrhè l'Arte vuole sempre realtà invisibili

20 febbraio 2011

Era un inizio.

Butto giù la mia dose mattutina di veleno indonesiano.
Solita procedura del mio risveglio. Lui. Il caffè.
Una bella grossa fetta di chicchi pronti a farsi macinare fino a metà pomeriggio. Amo profondamente prolungare il mio risveglio ripetendo la procedura di macinazione fino alla nausea. Ore 11:55 il mio primo caffè è gia terminato.
Lungo, come piace a me.
Sigaretta tra le dita. Africa che russa alle mie spalle e io pronta a sentirmi nuova dopo aver ri-toccato il fondo e dopo aver riscoperto di poter ancora farcela.
Sono viva e sono attiva. La depressione di ieri è già passata.
Andrea è ripartito per L'inghilterra due giorni fa.
La mia presa di coscienza è arrivata solo ieri pomeriggio, quando mi sono ritrovata sola e senza nessuno a cui distruggere l'equilibrio emotivo.
Ma oggi è un nuovo giorno, anzi no! Oggi è il nuovo giorno..retorica di ogni anno..Il 2010 è cominciato solo tre giorni fa.
Chi ha inventato il detto che chi ben comincia è a metà dell'opera è solo un bastardo che ha troppo tempo per fingere di vivere la propria vita.
Chi vive sul serio la propria vita non ha tempo per pensare di sorridere, sorride e basta. Io oggi sorrido, anche sè da fuori ho sempre la stessa aria inquieta e dannata di chi è ancora alla ricerca di un mestiere con cui esprimersi. Devo trovare una quotidianeità per far vedere ad Andrea che sono cambiata. Intanto batto questa tastiera sentendo la famosissima french sbattere nervosamente a minacciare altre rotture..due delle mie unghie finte, prontamente ricostruite come regalo natalizio di mia sorella, sono ormai spezzate. Tra poco farò in modo di rompere anche le altre. Odiose, inutili tecniche di estetica femminile perversamente destinate alla conquista delle fantasie più recondite del machio eccitato. Ad Adrea piacciono. Almeno piacevano fino al giorno che le ha viste spezzarsi contro il suo giubbotto di pelle nuovo. Da quel momento in poi, la sua opinione divenne "non fanno per te"..
Ricordo della notte di capodanno.
Propositi esemplari di coppia.
Non bevo piu.
Non Fumo piu.
Non perderò mai piu il controllo amore mio.
Lo giuro.
Questo, fino al momento in cui scuotendomi come una furia incatenata dalle sue braccia, dopo aver provato l'uno e poi l'altro e ancora quell'altro...non mi sono ritrovata con un botto vero e proprio in fronte. Ecco il mio ricordo del nuovo anno. Ecco qualcosa di rosso e nuovo per entrare prepositiva in questo 2010 che si è appena aperto a me...Finalmente comincia a sgonfiarsi. Finalmente ho convinto Andrea che non riaccadrà mai piu. E rieccomi carica di nuovi propositi, per la mia nuova vita. Dimostrare a me stessa, a lui, e a tutti i suoi carissimi amici che non sono quella che divento quando smetto di ragionare sotto gli effetti delle droghe. Si, perchè tutte le volte che Andrea scendeva da londra e capitava che ci ritrovavamo a una delle solite feste drumm dei suoi fratelli, io davo il meglio di me possedendomi di vodka liscia senza ghiaccio e contorni vari. Ma questa è un altra storia. Oggi sono qui, pronta a battere ancora queste dita su questa tastiera e chissà se questa volta sia la volta!
Sono di nuovo in questa stanza, a casa dei miei genitori.
In Italia.
Sola.
Con la mia africa e senza nessun'altro.
Da Gennaio sapevamo che non sarei più ritornata a londra. I tre mesi di convivenza avevano rotto ogni incantesimo. Io e andrea eravamo passati dall'amore e la passione alle grida e la passione, fino al silenzio e la passione. Pessima cosa il silenzio! Ho sempre odiato l'idea di far parte di una di quelle coppie che per restare insieme fingono di non vedere e sentire. La sola idea di essere una Lei che si accontenta di un compagno distratto pur di non essere sola, mi faceva impazzire ancora di più. IO ho sempre scelto la guerra. La lotta. L'amore vero e quindi il sangue, le lacrime, la passione e la gioia di ritrovarsi ancora a sorridere dopo una notte in bianco passata a confessarsi ogni più piccola fragilità dell'essere.
Io di paure ne ero piena e adoravo riferirgliele tutte.
Per me rapporto autentico significa questo.
Dare ogni materia celebrale e condividersi fino alla stregua di se stessi.
Andrea ha invece un opinione opposta su come gestire le proprie paure.
Lui nega di averle. Decide solo di ammetterle sotto un mio stretto interrogatorio senza fine. Cosa che ultimamente mi ha fatto riflettere sull'eventualità di essere io la causa di quelle sue paure. Ma poco importa se comq alla fine riusciamo ancora a sopravvivere alla nostra storia d'amore. Se non è amore non è storia.
Se non è storia non ha senso perdere tempo.
Così passammo tre mesi a dormire sullo stesso letto.
A svegliarci quando uno dei due aveva un sogno troppo violento da dover raccontare subito. Sono sempre stata una maga a interpretare i sogni. I suoi li ho quasi sempre omessi per paura di mostrargli desideri inconsci che avrebbero potuto compromettere la nostra storia.
Era la prima per me.
La prima storia d'amore che vivevo, e che vivo ancora oggi, per fortuna.
Lui è dolce e inizio a vederlo soltanto oggi, dopo 7 mesi, quando guardo i suoi occhi e l'espressione tenera del suo viso.
Per 26 anni ho sempre solo sbattuto la testa sopra storie rigide come tavole di legno pregiato.
Non avevo mai provato amore.
Solo desiderio di conquiste impossibili da realizzare.
Solo, Voglia di vittoria.
Di vanità.
Di conferme.
Solo, Insicurezza e bisogno di lodarmi.
Il passato resta passato.
Appunto diventa una parte di te che vorresti lasciarti alle spalle ma che in realtà hai sempre costante dentro te stesso e che a volte riaffiora per ricordarti da dove vieni.
Io vengo dall'autodistruzione.
Dal non amore.
Dalla rabbia e dalla determinazione morbosa e ossessiva di non cessare mai qualcosa che si ha cominciato.
Io vengo da me stessa, che non so chi sia.
Me stessa che non ho mai conosciuto e mai smesso di cercare.
Me stessa che a furia di trovarmi ho finito con il perdermi..
Ecco la mia contraddizione, ecco me.
La contraddizione.
La strada angelica e semplice da desiderare che quando intraprendi subito si biforca minacciandoti con la tentazione di aprire quellle porte che a fatica sei riuscito a chiudere. Le porte delle tue fantasie incestuose. Il buono e il cattivo che solo in perfetto equilibrio possono farti vivere con una lieve espressione di serenità nel volto.
Ma io non voglio vivere.
Ho scelto dalla nascita di sopravvivere.
La vita verrà dopo.
Questa è solo sopravvivenza e non esiste altro di più reale.
Tormento e Estasi.
Sogni incontrastanti che si scagliano come pietre sulla forza di volontà creando schegge affilatissime che mettono a repentaglio l'incolumità della ragione. L'ecclamata razionalità di cui tutti parlano come se fosse una semplice regola da attuare. Tutto facile per il popolo umano. Se non la usi sei matto. E basta. Non ci sono alternative. Non ti danno alternative. Come se tutto fosse una macchina. Come se tutti conoscessero come funziona questa macchina. Come se ogni cosa fosse semplice come accendere e spegnere l'interruttore della luce. Nessuno bada a quel processo di avvio. Tutti sanno solo che schiacciando un tasto la luce arriva. Ma quella luce da dove viene? Cio' che chiamiamo luce cosa è in realtà? E la forza immensa che la muove e la produce..Interrogativi sospesi a cui pochi fanno caso.
O sei bianco o sei nero.
Nessuno più guarda le mille sfumature che ti rendono un momento bianco e un momento nero.
Nessuno più vuole comprendere.
Si vive e basta, convincendosi che tutto sia alla portata.
Che gli uomini siano uomini, che la vita sia fatta di poche regole precise che se rispetti, almeno nel contorno di vita sociale, sei credibile e avrai successo.
Non per forza successo in termini epocali ma almeno successo nel tuo quartiere, tra la tua famiglia, nella tua città e in mezzo a coloro che si imbattono in te ogni giorno della tua vita. Questo conta oggi.
I tumulti emozionali che ti tengono sveglio la notte si dispiegano tutti in quattro motivazioni mediche facilmente risolvibili con le nuove tecniche farmaceutiche.
Mia nonna non dorme mai la notte. Il medico le ha prescritto dei sonniferi ma lei non dorme uguale. E' perchè è vecchia. Sta male. Ha paura, qualcuno come me osa. Ogniuno dice la sua per non accorgersi dell'effettiva realtà.
Lei non dorme. Senza che alcun farmaco le conceda una pausa. Mi è capitato spesso, soprattutto in passato, di sentire pressioni dentro il cuore talmente schiaccianti da non riuscire a dormire prima dell'alba. Poi la luce rifletteva in me un senso di pace e magicamente il sonno sfiorava le mie inquietudini. Quella luce è la speranza. La consapevolezza della mia giovane età e della possibilità di salvarmi da quei tormenti notturni. Domani le cose potrebbero cambiare. Il dolore cesserà, e di certo un altro arriverà a sostituirlo e così via fino a diventare cinici e indistruttibili, o fino a diventare come mia nonna, intolleranti al sonno.
E cosa voglio io da questa mia vita, forse un matrimonio di compromessi tra me e la società e tutto il mio mondo vero nascosto sotto effetti staminici?
Il cibo, l'alcol, le sigarette, perchè no, anche il solito luogo comune, la televisione, e poi ancora, l'amore che oggi si sa cos'e',no!?! E andando oltre. Quella quotidianeità fatta di vita obbligata, il lavoro che a volte scegli e a volte trovi e basta, l'amica di cui ti accontenti, il paesaggio che ti fa sognare, e quel mucchio di sogni che poi nascondi per rientrare nel meccanismo che ti salva da ogni inquietudine. La vita.
Quando si è giovani si attraversano i fatilici momenti in cui niente sembra reale e tutto ti invita solo a sopravvivere, poi cresci e ti stabilizzi o meglio nel mio senso destabilizzi. Chiudi gli occhi e smetti di sentire dentro. Vivi il fuori e sei maturo. Pazzo se continui a cercarti. La società non andrebbe avanti e la vita sarebbe un caos di anarchia e follia. Ecco tutto quello che non si dice, che non si pensa, che non conviene pensare neanche. Perchè porsi delle domande quando tutto potrebbe essere facile? A volte mi sono chiesta anche questo.
A volte ho detto anche questo. Ma quando decido che devo amare, allora ecco che tutto cambia.
Lui mi vorrebbe normale.
Io mi sforzo di esserlo ma la bestia esce fuori e le domande danzano frenetiche con me. Ho tutto d'avanti.
Una storia che se voglio fila liscia.
Una famiglia che se VOGLIO fila liscia.
Una vita da creare.
Un lavoro qualsiasi da trovare e da tenere stretto fino a che chissà.
Magari qualcuno potrebbe volermi vedere più in alto, e allora ecco gli interrogativi facili da risolvere. Un master in giornalismo, qualche migliaio di euro per un corso allo IED e poi da lì se ci credi vai. Ma dove? Il talento è dentro ogniuno, basta volerlo scuotere sul serio. Ma la vita non ho mai creduto fosse fatta di semplice volontà. Ho sempre ritenuto che per rappresentare certi tipi di talenti bisognasse incontrare anche il momento propizio e la circostanza ideale. E anche il nome più acclamato ideatore di stile e di accessori indispensabili a parti di vita necessari alla moderna sopravvivenza è, e resta, comunque un uomo che sopravvive nel intermedietà emotiva.
Ecco quindi la mia fine.
La scelta finale per la stabilità del mio sistema nervoso.
Essere me stessa cambiando continuamente.
Essere la parte che preme più forte, la mia personalità a seconda delle circostanze da affrontare. Essere me senza quel dovere essere in una sola e precisa maniera, senza quella rassicurante e piacevole aurea di benessere finta e inutile, che tanto, tutti vogliono. Stare bene nelle mie innumerevoli montagne russe. Nelle convizioni mutevoli, negli stati di amarezza e malinconia, nella gioia e nella follia, nella voglia di uccidere, di gridare, di far male e di amare, proteggere e curare ogni strato di mutevole costanza entro cui spravvivo.
La coerenza Ë importante, e io ho scelto di essere coerente con le mie molteplici forme d'essere.
Chiudiamo dentro scatole pezzi di vita andati
Restano stanzevuote
Chiudiamo dentro scatole pezzi di vita andati
Restano stanze vuote

dopo che

Dopo aver scalato i quarantanove scalini della saggezza
alla ricerca di un indizio
Dopo aver rubato le battute migliori
nascosto dietro le quinte di un palcoscenico
Dopo aver indossato ogni tipo di maschera
Dopo essermi strappato la pelle
Dopo averti fatto ubriacare
Dopo avere immolato i miei giorni per te
Dopo essere entrato fino alle ginocchia nell’acqua gelida
per vederti ridere
Dopo aver ballato musica di merda
credendo di farti ridere
Dopo essermi illuso che alla fine mi avresti amato
Dopo aver progettato viaggi
Dopo averti letto i miei racconti inediti
Dopo averne accettato le tue critiche arbitrarie
Dopo averti fatto spazio nel mio letto
Dopo averti fatto spazio nelle mie vene
Dopo averti risparmiato quando ero già pronto ad ucciderti
Dopo aver preso a morsi i mobili della mia stanza
per non ucciderti
Dopo aver visto morire inosservate le mie battute migliori
Dopo averti amato
Avuto conferma di vento a favore
tolgo gli ormeggi

invito al massacro

lo so, ti saresti aspettato un'accoglienza diversa
nessuno lì dentro ricordava il tuo nome
e quando il ragazzo con un geco tatuato sul collo
ti ha chiesto di mostrargli un assaggio del tuo stile
lo hai ringraziato per la cortesia e te ne sei andato,
senza capire se si trattase di un gioco o di un invito al massacro.
senza chiedere se si trattase di un gioco o di un invito al massacro.

lo so, credevi sarebbe stato facile sbarazzarti della tua immagine.
si diceva fossi stanco della scena
si diceva avessi ingaggiato una lotta privata contro la tua vanità.
si diceva che intorno a te avessi scavato un solco profondo come l'abisso

ti pensavo in un'isola greca a dipingere marine assolate prive di figure umane
invece sei ancora lì,
fuori da una cabina telefonica
in attesa che qualcuno declami un tuo verso a squarciagola
mentre il mondo va in fiamme

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Yeah Yeah Yeahs-Dull Life

se dopo ogni parola, detta o scritta, ci fosse una pausa di almeno un ora capiremmo il valore di cio' che effettivamente esprime.
"Voglio essere poeta,e lavoro a rendermi veggente: lei non ci capira' niente,e io quasi non saprei spiegarle. Si tratta di arrivare all'ignoto mediante la sregolatezza di tutti i sensi.Le sofferenze sono enormi,ma bisogna essere forti,essere nati poeti,e io mi sono riconosciuto poeta. Non e' affatto colpa mia. E' falso dire: Io penso,si dovrebbe dire: mi si pensa. Scusi il gioco di parole.
IO e' un altro"

Four Tet-Hands

Lev Nikolaevič Tolstoj

"Tutto, ogni cosa che comprendo, la comprendo soltanto perché amo."

Per vivere con onore bisogna struggersi, turbarsi, battersi, sbagliare, ricominciare da capo e buttar via tutto, e di nuovo ricominciare a lottare e perdere eternamente. La calma è una vigliaccheria dell'anima.

Boards of Canada - Dayvan Cowboy (High Quality)

E ora Vaffanculo e Buonanotte.

"Se per un istante
Dio si dimenticherà che sono una marionetta di
stoffa e mi regalerà un pezzo di vita,
probabilmente non direi tutto quello che penso,
ma in definitiva penserei tutto quello che dico. Darei valore alle
cose, non per quello che valgono, ma per quello che significano.
Dormirei poco, sognerei di più, andrei quando gli altri si fermano,
starei sveglio quando gli altri dormono, ascolterei quando gli altri
parlano e come gusterei un buon gelato al cioccolato!!
Se Dio mi regalasse un pezzo di vita, vestirei semplicemente,
mi sdraierei al sole lasciando scoperto non solamente il mio corpo
ma anche la mia anima.
Dio mio, se io avessi un cuore, scriverei il
mio odio sul ghiaccio e aspetterei che si sciogliesse al sole.
Dipingerei con un sogno di Van Gogh sopra le stelle un poema di
Benedetti e una canzone di Serrat sarebbe la serenata
che offrirei alla luna.
Irrigherei con le mie lacrime le rose, per sentire il dolore delle
loro spine e il carnoso bacio dei loro petali.
Dio mio, se io avessi un pezzo di vita non lascerei passare un solo
giorno senza dire alla gente che amo, che la amo.
Convincerei tutti gli uomini e le donne che sono i miei favoriti e
vivrei innamorato dell'amore.
Agli uomini proverei quanto sbagliano al pensare che smettono
di innamorarsi quando invecchiano,
senza sapere che invecchiano quando smettono di innamorarsi.
A un bambino gli darei le ali,
ma lascerei che imparasse a volare da solo.
Agli anziani insegnerei che la morte non arriva con la vecchiaia ma
con la dimenticanza.
Tante cose ho imparato da voi, gli Uomini!
Ho imparato che tutto il mondo ama vivere sulla cima della montagna,
senza sapere che la vera felicità sta nel risalire la scarpata.
Ho imparato che quando un neonato stringe con il suo piccolo
pugno, per la prima volta, il dito di suo padre,
lo tiene stretto per sempre.
Ho imparato che un uomo ha il diritto di guardarne un altro
dall'alto al basso solamente quando deve aiutarlo ad alzarsi.
Sono tante le cose che ho potuto imparare da voi, ma realmente, non
mi serviranno a molto, perché quando mi metteranno dentro quella
valigia, infelicemente starò morendo."



GABO

Viziosa incontentabile esistenza







imparerò a usarlo e mi metterò seriamente in gioco...intanto lascio il vecchio...così com'è senza cancellare nulla..Lasciando il passato come un ricordo...bello? dipende..non mi frega proprio più un cazzo di ricordare ne il bello ne il brutto. Memoria già invecchiata
Ho dimenticato il suo volto e il tono della sua voce. Cancellato.
Nuova polvere e Nuove acque.Reinventare un passato e un presente.
Parole e volti da evitare cercando sconosciute situazioni. Reinventare. Reinventarsi un passato e un futuro.
Viziosa incontentabile esistenza.

Pfadfinderei & Modeselektor-Concrete Jungle