15 giugno 2011

csi destroy




Camminavo sola sulla sabbia sporca di mare. Allegra primavera italiana nel calendario. Memoria già invecchiata. Non è vero? Spiaggia e spiaggia. Passo dopo passo, sfiorando onde bagnate a delimitare il confine tra polvere e acqua. Decisioni da tirare come freccette. Partire, forse. Decodifica i tuoi desideri. Il primo aereo. Cosa da niente. Londra, Berlino, capitali esotiche. Qualsiasi scelta pur di sollevarti da questa riva già studiata. A memoria. Ogni microparticella. Ogni suono. Prepotente bisogno di emozioni nuove. Non è scappare. Non è paura. Può salvarti non respirare più salsedine. Più. Camminavo in una primavera mediterranea. Sola. Ancora oceani di pensieri inquieti acceleravano ritmi cardiaci sincopati e ansiosi. Nel confuso di un tramonto marino. Il porto a pochi passi. Liberi i gabbiani in volo. La mia ombra addosso rimproverava insicurezze più che ventenni. Mi vorrei forte e coraggiosa. Pensavo. Integra stella lucente e intanto lame metalliche mi stringevano stronze i fianchi saziandosi, rubando il dolce rimasto sulla mia pelle. Frenetica inquietudine bisognosa di felice quiete. Così poetico e triste insieme. Sentirmi romantica nel tramonto. Come sempre musica di violini elettrificati registrati in nebbiose pianure ad azzerare il sonoro naturale delle onde nervose. Cosa cerchi? Prova a rispondere a questo, se ne hai il coraggio. Viziosa incontentabile esistenza. Il porto a pochi passi. A pochi passi. Nel tramonto. Tutto ti ricorda tutto qua e sono tanti i ricordi da sedare, annullare, abbandonare. Parole e volti da evitare cercando sconosciute situazioni. Reinventare. Reinventarsi un passato e un futuro. Nuova polvere e nuove acque. Camminavo lentamente sulla mia cattiva terra mentre l'arancio del sole penetrava infuocato l'orizzonte.

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